PALAZZUOLO E IL SUO “MERCATALE”

c’è un proverbio che dice: “Tutte le strade portano a Roma”. Facendo lo stesso raffronto ma in scala sicuramente  minore, si potrebbe dire che, riferendosi al periodo medievale che: “Molte strade portano a Palazzuolo”. Non è un’esagerazione. Se si osserva con attenzione una pianta antica noi vediamo che il paese è situato al crocevia di almeno tre strade importantissime: due di queste seguivano il corso del Senio da Nord a Sud (una sulla riva sinistra, l’altra sulla riva destra), mentre un’altra strada taglia il paese in direzione Est-Ovest, che ad Est conduce  a Marradi ed a Ovest a Firenzuola. Non si tratta solo di strade medievali, ma di strade romane e anche etrusche. Recenti scavi al Nevale, in un podere, poco fuori il paese di Palazzuolo, sono stati riportati alla luce dei ruderi antichi e porzioni di impiantito, facenti parte di insediamenti etruschi. Questo ci confermerebbe l’importanza della località e della strada, anche in tempi così remoti. Sicuramente la zona è stata pure di dominio romano, questo lo confernerebbe la toponomastica di quei luoghi quali Bibbiana, Susinana, Ghizzana e altri. Ma il toponimo Palazzuolo, lo troviamo già in documenti che risalgono a prima del Mille. Forse tale nome deriva dal fatto che gli Ubaldini, antichi proprietari di questa zona, dovevano avere un loro palazzo, che non doveva essere, almeno a giudicare dal nome, troppo grande, nel quale probabilmente vi risiedeva un loro vicario per la riscossione dei pedaggi, delle gabelle, delle tasse. Ben presto tale località “Castrum Palazzuoli” divenne il centro di quello che verrà denominato, dagli Ubaldini stessi, il “Podere Ubaldino”. Il paese, data la sua struttura, di borgo con i portici delle case che prospettano sulle piazze più importanti e caratterizzato anche dalla mancanza assoluta delle opere di fortificazione a scopo di difesa, nasce essenzialmente con funzioni “mercatale”. Le caratteristiche del mercatale sono quelle di una piazza di forma oblunga, che richiama la figura di un trapezio assai allungato, e che vede sorgere lungo il suo perimetro una successione di edifici. Quando muore Maghinardo Pagano nel 1302, tutti i pedaggi della zona, cioè della strada che da Crespino e Casaglia portano a Palazzuolo, dovevano competere al  Capitolo e e al Monastero di Crespino, però, specifica il testamento, fino al Ponte di Vigliano e non oltre e qui elenca tutti i diritti ad essi spettanti, cioè: corti, fortilizi, case, “fideles2 ecc. ecc. “eccetto tuttavia il foro , ossia MERCATO e PEDAGGIO di Palazzuolo, che vogflio sia in comune e che i frutti di quelli  siano percepiti e riscossi in comune dalle dette Alberia e Andrea, figlia mia”. I monaci di Crespino erano grandi proprietari della zona di Casaglia ed esigevano per pedaggio un denaro lucchese per persona e quattro per ogni bestia carica. Casaglia, tra l’altro, ha una etimologia latina e deriva da “Casolaria” per indicare un “locus edificandis dominibus”. Ma a Casaglia aveva un suo castello il Conte di Battifolle e faceva pagare il pedaggio. Il formarsi dei mercatali rientra in un ampio fenomeno che si manifestò specie nei secc. XII e XIII, che dette luogo a una sorte si “discesa verso il basso” per la quale venne a determinarsi una crescita demografica, e un conseguente sviluppo urbanistico, nei centri che si trovavano nelle zone più pianeggianti, lungo percorsi o all’incrocio di strade” (cfr. Renato Stopani, I mercatali del Chianti). In tale destinazione venne a trovarsi anche Palazzuolo. La piazza assunse nel corso del Trecento una forma molto diffusa nei “mercatali” toscani:  quello di un imbuto, cioè una strada di accesso che si allargava, dove veniva praticato il mercato, e di una via di uscita. Il nercato a Palazzuolo aveva luogo nel paese nella attuale Piazza, cinta da ampi porticati, una volta alla settimana, al suono della campana del Palazzo dei Capitani, che veniva suonata dal “piazzaiolo”. Il piazzaiolo era colui che aveva in appalto il mercato e pagava un affitto, prima direttamente al feudatario, poi al Comune  Fiorentino, poi al Podestà, quando il Comune decise di non controllare più direttamente i mercati. Ma il “piazzaiolo” aveva altri compiti, ad esempio, quello di verificare periodicamente pesi e misure, quello di riscuotere i pedaggi per l’occupazione del suolo pubblico, ecc. Coloro che fossero  interessati ad analizzare l’argomento , con maggiori dettagli, possono consultare presso l’Archivio di Stato di Firenze, gli Statuti di Palazzuolo, al n. 25, Statuti Comunità soggette, redatti negli anni 1406-1615.  In particolare gli Statuti trattano dell’organizzazione politica, consuetudini, regolamentazione degli acquisti e delle vendite, agricoltura, ordine pubblico, eredità, ecc. ecc.

Paolo Campidori
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